Pochissime speranze per il Golfo a Gallarate
Con la classifica quasi compromessa, può diventare un amichevole di preparazione ai playin
Partita strana quella che il Golfo va a giocare a Gallarate. Due squadre con quasi inesistenti motivi di classifica, Piombino che per recuperare posizioni importanti, deve sperare in un altamente improbabile successo di un Casale in crisi e già destinato alla B interregionale, contro un Legnano lanciatissimo e di una vittoria di Pavia sulla Herons. Gallarate che invece è già certa dei playin e con una vittoria può solo confermare uno scomodo undicesimo posto. Scomodo perché, con quasi certezza, gli assegnerebbe di nuovo Piombino ai playin, invece di Legnano, una trasferta lunghissima, contro una da fare con la bici. Partita strana, perché magari le due squadre, potrebbero risparmiare le forze e non scoprire le loro carte, in vista della decisiva kermesse finale e di una possibile ripetizione di questa sfida. Certamente sarà difficile che i due coach impieghino giocatori con qualche problema fisico, rischiando di perderli per i playin.
Una partita fra due squadre in crisi. Grande quella di Gallarate, che viene da 6 sconfitte nelle ultime 7, vincendo solo in casa contro la retrocessa Varese. Questo in un contesto di sole 4 vittorie nel ritorno, contro le 7 di un buonissimo girone di andata. Squadra che aveva fatto della sua difesa il punto di forza, ma che nelle ultime ha avuto clamorosi passaggi a vuoto, come la sconfitta contro un Legnano privo di Marino e Terenzi e quella ad Alba. Piombino che invece arriva da tre sconfitte, gravi le ultime due, che hanno gettato al vento un quarto posto che sembrava quasi fatto. La cosa che preoccupa molto i tifosi gialloblu, è un evidente calo fisico, palesato nei quarti finali contro Omegna e Oleggio. Quindi ora i gialloblu dovranno reagire e salvo notizie imprevedibili da altri campi, concentrare le energie rimanenti su quel probabilissimo playin, che servirà a ridare lucentezza a questo finale di stagione, offuscato dalle ultime gare, raggiungendo quella B1 voluta da tutti, presidente, società, tifosi e non certamente ultimi, dai giocatori stessi.