SAFEGUARDING: Codice di condotta e modello organizzativo di controllo
In ottemperanza alle leggi dello stato e alle norme del diritto sportivo
CODICE DI CONDOTTA
Premessa
La Basket Golfo Società Sportiva Dilettantistica Arl, con sede legale in Piombino (LI), Largo Caduti del Lavoro 2, (P. IVA 01570960490), pec basketgolfossdarl@legalmail.it (di seguito, “Associazione”), nello svolgimento della propria attività rispetta le leggi dello Stato e le norme dell’ordinamento sportivo emanate dalla Federazione Italiana Pallacanestro e dal CONI. L’Associazione agisce in ottemperanza ai principi e ai doveri fondamentali, inderogabili e obbligatori, di lealtà e correttezza sportiva, di libertà e dignità della persona umana nel rispetto delle diversità. L’Associazione ripudia ogni discriminazione basata sul sesso, sulla razza, sulle condizioni personali e sociali, sul credo religioso e politico. Il presente Codice di Condotta (di seguito, “Codice di Condotta”) ha l’obiettivo di definire con chiarezza l’insieme dei valori che l’Associazione riconosce, accetta e condivide.
Art. 1 - Destinatari e ambito di applicazione del Codice di Condotta
I principi e le disposizioni del Codice di Condotta sono vincolanti per tutte le persone che operano in nome o per conto dell’Associazione, che sono legate ad essa da rapporti di lavoro, anche se occasionali o di semplice collaborazione, nonché per tutti i tesserati (di seguito, “Destinatari”). Il Codice di Condotta è portato a conoscenza di tutti i Destinatari, i quali si impegnano a rispettarlo e diffonderlo tra i soggetti interessati. Ogni presunta violazione del Codice di Condotta deve essere segnalata e verificata secondo quanto stabilito dal Modello Organizzativo e di Controllo (di seguito, “MOG”) adottato dall’Associazione. Le misure e le sanzioni poste in essere potranno andare dall’ammonimento verbale fino alla sospensione e alla cessazione della collaborazione.
Art. 2 – Norme generali
I Destinatari si impegnano ad assicurare, nello svolgimento delle attività agonistiche e di quelle ad esse preparatorie ed organizzative, la stretta osservanza dei valori di amicizia, di rispetto degli altri e di correttezza sportiva, ivi compresi la lotta contro il doping, contro la violenza fisica e verbale, contro le discriminazioni e contro ogni distorsione dei valori sportivi.
Principio di legalità
I Destinatari si obbligano ad osservare e ad interpretare correttamente le leggi dello Stato nonché le norme e i Regolamenti della Federazione Italiana Pallacanestro e del CONI e i Regolamenti promanati dalle Istituzioni sportive nazionali e internazionali. L’Associazione adotta il principio di legalità come inderogabile e i Destinatari devono impegnarsi a rispettarlo; ciò comporta la necessità di conformare i propri comportamenti, non solo alle disposizioni del Codice di Condotta e del MOG, ma anche ai complementari principi morali applicabili. Il perseguimento degli interessi dell’Associazione non può mai giustificare una condotta contraria ai principi di legalità, correttezza e onestà. I Destinatari si impegnano a promuovere condotte di vigilanza attiva al fine di prevenire e segnalare senza indugio ogni condotta lesiva della lealtà sportiva e/o illecita in generale.
Principi di lealtà sportiva
I Destinatari si impegnano a comportarsi con la massima lealtà reciproca, osservando tutte le comuni prassi del fair play sportivo. Si impegnano altresì a perseguire i legittimi risultati agonistici nel rigoroso rispetto delle regole, rifiutando e denunciando ogni pratica che possa, anche potenzialmente, alterare la normalità e la verità del risultato sportivo. Si impegnano pertanto a denunciare la pratica di doping e altri eventuali fattori che possano concorrere a falsare i risultati degli eventi sportivi ovvero ad assicurare a chiunque un indebito vantaggio nelle competizioni sportive.
Principio di non violenza
I Destinatari non devono adottare comportamenti o rilasciare dichiarazioni che in qualche modo incitano alla violenza o ne costituiscono apologia; devono altresì astenersi da qualsiasi condotta suscettibile di ledere l’integrità fisica e morale dell’avversario nelle gare e nelle competizioni sportive.
Principio di non discriminazione
I Destinatari devono astenersi da qualsiasi comportamento discriminatorio in relazione alla razza, all’origine etnica o territoriale, al sesso, all’età, alla religione e alle opinioni politiche.
Principio di tutela della persona
I Destinatari si impegnano a garantire condizioni di attività sportiva rispettose della dignità individuale e ad osservare, con scrupolosa diligenza e responsabilità, il rispetto dell’integrità fisica, morale e culturale della persona. L’Associazione e i suoi Dirigenti devono vigilare rigorosamente al fine di impedire ogni ricorso a pratiche dopanti; devono promuovere e tutelare in particolare la formazione dei giovani sportivi, sia sul piano tecnico-sportivo, sia favorendo e comunque non ostacolando la prosecuzione dei cicli scolastici e universitari di ciascuno.
Principio di responsabilità sociale
Nella consapevolezza della funzione sociale e culturale dello sport, i Destinatari si impegnano a mantenere comportamenti di responsabilità nei confronti della comunità sportiva nel suo complesso, con particolare attenzione al mondo degli sponsor.
Principio di imparzialità
I Destinatari devono operare con imparzialità ed evitare disparità di trattamento nei confronti dei soggetti con i quali intrattengono rapporti in funzione dell’attività svolta nell’ambito sportivo.
Dovere di riservatezza
Tutti coloro che operano per conto dell’Associazione sono tenuti a non divulgare notizie di atti e provvedimenti, prima che gli stessi siano formalizzati e comunicati alle parti interessate. Non è consentito divulgare informazioni o notizie apprese nell’esercizio delle proprie funzioni, se non per scopi connessi con l’esercizio della propria attività professionale, utilizzare o diffondere informazioni privilegiate, manipolare o diffonderne di false. Non è consentito a terzi, di accedere ad atti, documenti e fascicoli, se non nei casi e nei modi previsti dalle prescrizioni interne. Non è consentito acquisire e trattare dati personali se non per finalità connesse alle proprie funzioni.
Conflitto di interessi
I Destinatari sono tenuti a prevenire situazioni, anche solo apparenti, di conflitto con l’interesse sportivo, in cui possono essere coinvolti interessi personali. Nel caso in cui sussistano gravi ragioni di convenienza e di opportunità e in ogni caso in cui il compimento di un’azione o di un comportamento possa compromettere il rispetto dei principi di imparzialità ed indipendenza, è necessario astenersi.
Abuso del proprio ruolo
Nessuno deve abusare del ruolo rivestito, né porre in essere atti contrari al proprio ruolo, né omettere o posticipare un atto per interessi personali o di terzi. Nessuno può ricevere o richiedere benefici di qualsiasi natura, diretti o indiretti, per compiere, omettere o ritardare un atto del proprio ufficio.
Art. 3 - Norme di comportamento
Rapporti con i mass media e diffusione delle informazioni
I Destinatari si impegnano a comunicare all’esterno informazioni veritiere e trasparenti; le informazioni riservate sono gestite con adeguate procedure interne, trattate nel rispetto della riservatezza e della privacy dei soggetti interessati. In nessun caso i Destinatari possono divulgare notizie o commenti falsi o tendenziosi, sia riguardanti le attività dell’Associazione, che le relazioni esterne da essa intraprese in generale.
Rapporti con i fornitori
Le relazioni con i fornitori sono improntate alla concessione delle pari opportunità per i soggetti coinvolti, alla lealtà ed all’imparzialità. Ogni fornitore, partner commerciale o collaboratore esterno dovrà essere informato dell’esistenza del Codice di Condotta. L’Associazione si impegna a richiedere ai propri fornitori e ai propri collaboratori esterni il rispetto dei principi ivi contenuti. La selezione dei fornitori si basa sulla trasparenza attraverso una valutazione obiettiva della qualità, dei costi e della capacità di fornire e garantire beni e servizi a livello adeguato.
Selezione del personale e costituzione rapporto di lavoro
Le risorse umane sono considerate elemento essenziale per l’esistenza dell’Associazione che riconosce l’importanza di stabilire e mantenere con queste, relazioni basate sulla lealtà e sulla fiducia reciproca. La valutazione del personale da assumere è effettuata in base alla corrispondenza dei profili dei candidati, rispetto a quelli attesi dalle esigenze specifiche dell’Associazione, nel rispetto dei principi dell’imparzialità e delle pari opportunità per tutti i soggetti interessati. Tutto il personale deve essere assunto con regolare contratto di lavoro secondo quanto previsto dagli obblighi di legge.
Politiche di gestione delle risorse umane
È proibita qualsiasi forma di discriminazione nei confronti delle persone. È vietato ricercare informazioni o effettuare indagini sulle opinioni, i gusti personali e, in generale, sugli aspetti privati dei dipendenti o collaboratori. Tutte le decisioni prese nell’ambito della gestione e dello sviluppo delle risorse umane, anche per l’accesso a ruoli o incarichi diversi, sono basate su considerazioni di profili di merito e/o corrispondenza tra profili attesi e profili posseduti dalle risorse. Le risorse umane sono valorizzate anche attraverso la partecipazione del personale ad iniziative di formazione. L’Associazione e i dipendenti e/o collaboratori si impegnano reciprocamente ad agire lealmente al fine di rispettare gli obblighi assunti dal contratto di lavoro e/o di collaborazione. Sono vietati: comportamenti offensivi e violenti verso colleghi e/o sottoposti; comportamenti intimidatori e molesti anche attraverso l’abuso della posizione gerarchica, che tendano a creare un ambiente di lavoro ostile nei confronti dei colleghi, ivi comprese le pratiche legate al mobbing; atteggiamenti ingiustificati che possano in qualche modo interferire negativamente nelle prestazioni lavorative dei colleghi. Tutti i Destinatari sono tenuti a salvaguardare i beni, identificabili nei beni mobili e immobili, inclusi impianti ed attrezzature sportive, nonché le risorse informatiche e tecnologiche, inclusa la posta elettronica ed i supporti informatici. L’utilizzazione degli stessi dovrà essere responsabile e diligente, nonché in linea con le indicazioni fornite dall’Associazione.
Tutela dei dati personali
L’Associazione si uniforma alle prescrizioni in materia di protezione dei dati personali di cui al Regolamento 2016/679 (c.d. GDPR) e dalla normativa c.d. “privacy”. L’Associazione, in quanto Titolare del Trattamento, adotta procedure atte alla tutela dei dati personali attraverso misure di sicurezza tecniche e organizzative adeguate. Ai sensi degli artt. dal 15 al 22 del GDPR, l’Associazione si impegna a garantire agli interessati un trattamento che rispetti i loro diritti di accesso, di rettifica, di cancellazione, di limitazione del trattamento, di opposizione, di portabilità e di revoca. L’Associazione si impegna a garantire che sia fornita idonea informativa all’interessato stesso al momento della raccolta di dati personali con le indicazioni delle finalità e delle modalità di trattamento.
Cultura della sicurezza e tutela della salute
L’Associazione si impegna a garantire un ambiente lavorativo conforme alle vigenti norme in materia di salute e sicurezza promuovendo comportamenti responsabili e preservando, mediante il monitoraggio, la gestione e la prevenzione dei rischi connessi allo svolgimento dell’attività. Tutti i dipendenti e collaboratori sono tenuti allo scrupoloso rispetto delle norme e degli obblighi derivanti dalla normativa di riferimento in tema di salute, sicurezza e ambiente, nonché al rispetto di tutte le misure richieste dalle procedure e dai regolamenti interni. Ciascun dipendente e/o collaboratore deve astenersi dal prestare la propria attività sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti, o altre sostanze che sortiscano analogo effetto, e di consumare tali sostanze nel corso della prestazione lavorativa.
Rapporti con la Pubblica Amministrazione e altri soggetti terzi
I rapporti tra l’Associazione e le Pubbliche Amministrazioni e le Istituzioni Pubbliche sono improntati ai principi di correttezza, trasparenza e collaborazione. Viene sanzionato qualsiasi tipo di comportamento che possa ricondursi a una natura collusiva o idonea a violare una norma di legge.
Sistema di controllo interno
L’Associazione riconosce l’importanza di dotarsi di un adeguato sistema di controllo interno quale strumento che possa assicurare il rispetto delle leggi e delle procedure. Tutti i Destinatari, nell’ambito delle funzioni e responsabilità ricoperte, sono tenuti a partecipare attivamente al fine di attuare un efficace sistema di controllo interno, provvedendo altresì al continuo miglioramento dello stesso.
Art. 4 - Norme particolari a tutela degli atleti
L’Associazione si impegna a garantire un ambiente sicuro, rispettoso e inclusivo per tutti gli atleti adottando particolari cautele verso gli atleti minorenni e gli atleti adulti vulnerabili. Oltre al rispetto dei principi previsti dalle Norme generali (art. 2) e dalla Norme di comportamento (art. 3) i Destinatari si impegnano a: non assumere o tollerare comportamenti o linguaggi offensivi nei confronti degli atleti, genitori, dei direttori di gara o di qualsiasi altro soggetto coinvolto nelle attività dell’Associazione; non tollerare o partecipare a comportamenti illegali, abusivi o che mettano a rischio la sicurezza fisica e/o mentale degli atleti; sostenere sempre gli sforzi degli atleti e valorizzarli a prescindere dai risultati trasmettendo serenità, entusiasmo e passione; educare al rispetto, all’impegno e alla collaborazione; rispettare il MOG e considerare il benessere, la sicurezza e il divertimento degli atleti come preminente; combattere e prevenire qualsiasi forma di bullismo, specie tra i minori; ascoltare i bisogni, le richieste, le preoccupazioni di tutti gli atleti, specie dei minori; non agire in modo da sminuire un atleta o perpetrare qualsiasi altra forma di abuso emotivo; non avere atteggiamenti nei confronti degli atleti che, anche sotto il profilo psicologico, possano influire negativamente sul loro sviluppo armonico e socio relazionale; non fare commenti sessualmente allusivi mostrando un comportamento sempre rispettoso e discreto; non consentire atteggiamenti sessualmente provocatori o inappropriati; garantire che tutte le attività siano adatte alle capacità, all’età, alla maturità fisica ed emotiva, all’esperienza e all’abilità degli atleti; intessere relazioni proficue con i genitori degli atleti al fine di fare squadra per la crescita e la loro tutela; accertarsi sempre che gli atleti minorenni siano adeguatamente sorvegliati e che le gare e le attività in trasferta siano sicure; non lasciare che gli atleti minorenni rimangano senza adeguata supervisione nel corso delle attività e, al termine delle stesse, accertarsi che lascino l’impianto sportivo accompagnati da un genitore o da persona autorizzata. non utilizzare i social media in maniera inappropriata, non coinvolgere gli atleti nelle conversazioni private sui social media e non pubblicare mai commenti o condividere immagini che potrebbero compromettere il loro benessere o causare loro danni; non acquisire, detenere e pubblicare fotografie o divulgare altre informazioni sui minori (es. social media personali o del club/organizzazione, siti web, strumenti di comunicazione online personali, ecc.) in assenza della relativa liberatoria sottoscritta dai genitori o dai tutori; segnalare eventuali dubbi sulla sicurezza e sul benessere degli atleti rivolgendosi al Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, in conformità a quanto disposto nel MOG; consultare il Responsabile Safeguarding in caso di necessità per favorire l’inclusione sportiva degli atleti con disabilità fisica o intellettivo-relazionale ovvero in tutti gli altri casi previsti nel MOG.
Art. 5 - Modalità di attuazione del Codice di Condotta
Ogni dipendente/collaboratore nonché chiunque svolga a qualunque titolo la propria attività a favore dell’Associazione è tenuto a conoscere le norme contenute nel Codice di Condotta e le norme di riferimento che regolano l’attività svolta nell’ambito della sua funzione, derivanti dalla legge o da procedure e regolamenti interni.
Vigilanza in materia di attuazione del Codice di Condotta
Al Presidente dell’Associazione ovvero ad un suo delegato appositamente incaricato sono attribuiti i seguenti poteri in relazione al Codice di Condotta: monitorare sull’applicazione, il rispetto e la diffusione del Codice di Condotta da parte dei soggetti interessati; valutarne la necessità di revisione; ricevere le segnalazioni di chiarimenti o violazioni e valutarne i contenuti; adottare, ove necessario, i provvedimenti del caso ovvero inoltrare ogni più opportuna segnalazione agli Organi di Giustizia Competenti.
Violazioni e Sanzioni
In caso di accertata violazione del Codice di Condotta, la cui osservanza costituisce parte essenziale delle obbligazioni contrattuali assunte dai dipendenti e/o collaboratori e/o dai soggetti che a qualunque titolo prestano attività a favore dell’Associazione, sono adottati dal Presidente, laddove ritenuto necessario e compatibilmente con la normativa applicabile, provvedimenti disciplinari, che potranno anche determinare la risoluzione del rapporto e il risarcimento dei danni subiti. È fatto salvo il diritto e la facoltà del Presidente di rimettersi integralmente, per quanto concerne il profilo sanzionatorio dei soggetti sportivi tesserati, alle decisioni degli Organi di Giustizia sportiva competenti.
Art. 6 - Norma di chiusura
Oltre al contenuto delle norme sopra indicate dovrà ritenersi contrario al Codice di Condotta, ogni comportamento che nel caso concreto violi i principi in esso richiamati e quelli contenuto nel MOG.
MODELLO ORGANIZZATIVO E DI CONTROLLO
Art. 1) Ambito di applicazione
Il presente Modello Organizzativo e di Controllo (di seguito, “MOG”) è redatto dalla Basket Golfo Società Sportiva Dilettantistica Arl, con sede legale in Piombino (LI), Largo Caduti del Lavoro 2, (P. IVA 01570960490), pec basketgolfossdarl@legalmail.it (di seguito, “Associazione”), in conformità al II° co. dell’art. 16 del D. Lgs. n. 39 del 28.02.2021 e alle Linee Guida pubblicate dalla Federazione Italiana Pallacanestro (FIP) con Delibera del 31.08.2023 approvate dal Consiglio Federale con Delibera n. 218 del 21.09.2023, aggiornate con Delibera del 17.06.2024. Si applica a chiunque partecipi con qualsiasi funzione o titolo all’attività dell’Associazione. Ha validità quadriennale dalla data di approvazione e sarà aggiornato ogni qual volta necessario al fine di recepire le eventuali modifiche e integrazioni della normativa di riferimento, dei principi fondamentali emanati dalla Federazione Italiana Pallacanestro, dal CONI, delle raccomandazioni dell’Osservatorio Permanente del CONI per le Politiche di Safeguarding. Il MOG deve considerarsi parte integrante ed essenziale del Codice di Condotta adottato dall’Associazione
Art. 2) Diritti dei tesserati
Ogni “tesserato”1 ha il diritto di essere trattato con rispetto e dignità, nonché di essere tutelato da ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere e ogni altra condizione di discriminazione, prevista dal D. Lgs. 11 aprile 2006, n. 198 e ss. mod., indipendentemente da etnia, convinzioni personali, disabilità, età, identità di genere, orientamento sessuale, lingua, opinione politica, religione, condizione patrimoniale, di nascita, fisica, intellettiva, relazionale o sportiva. Il diritto alla salute e al benessere psico-fisico dei tesserati costituisce un valore primario e prevalente anche rispetto al risultato sportivo.
1 Con il termine “tesserato” si definisce chiunque abbia, per propria libera scelta, accettato un vincolo nei riguardi della FIP, sia con rilascio di uno specifico documento da parte di un Organo federale, come dirigente, atleta, allenatore, preparatore fisico, arbitro, ufficiale di campo, medico e massofisioterapista, sia con l’elezione o la nomina in qualsiasi Organo, o Collegio federale, sia infine con l’inclusione negli Organi direttivi di una Società.
Art. 3) Oggetto e finalità
L’Associazione adotta misure per assicurare l’effettività dei diritti di ogni tesserato e le relative tutele, con particolare riguardo alla tutela dell’“atleta”2 minorenne.
2 Con il termine “atleta” si definisce chiunque intenda tesserarsi, si tesseri, si sia tesserato per una Società affiliata alla FIP, al fine di svolgere attività agonistica, nel settore maschile o femminile.
L’Associazione promuove una politica di inclusione, contraria alle discriminazioni di genere, di origine etnica, di fede religiosa, di orientamento sessuale e di disabilità, al fine di garantire valori sani in un ambiente sportivo rispettoso e sicuro soprattutto nei confronti degli atleti più vulnerabili. L’Associazione previene e contrasta ogni forma di abuso, violenza o discriminazione nei confronti degli atleti, in particolare se minori. A tal fine, favorisce la diffusione delle politiche di Safeguarding e adotta misure e procedure per assicurarne l’efficacia, anche mediante la formazione dei i tecnici, dirigenti e collaboratori a qualsiasi titolo, coinvolti nell’attività sportiva. Il MOG persegue i seguenti obiettivi: la promozione dei diritti sanciti dal Regolamento Safeguarding Federale per la prevenzione ed il contrasto di abusi, violenze e discriminazioni; la promozione di una cultura e di un ambiente inclusivi che assicurino la dignità e il rispetto dei diritti di tutti gli atleti, in particolare minori e garantiscano l’uguaglianza e l’equità e valorizzino le diversità; la consapevolezza dei tesserati in ordine ai propri diritti doveri, obblighi, responsabilità e tutele; l’individuazione e l’attuazione di adeguate misure, procedure e politiche di Safeguarding, anche in conformità con le raccomandazioni del Responsabile Federale delle Politiche di Safeguarding, che riducano i rischi di condotte lesive dei diritti, specie nei confronti di atleti minori; la gestione tempestiva, efficace e riservata delle segnalazioni di fenomeni di abuso, violenza e discriminazione e tutela dei segnalanti; l’informazione sulle misure e procedure di prevenzione e contrasto ai fenomeni di abuso, violenza e discriminazione e, in particolar modo, sulle procedure per la segnalazione degli stessi; la partecipazione dei tesserati alle iniziative organizzate dalla Federazione nell’ambito delle politiche di Safeguarding adottate; il coinvolgimento proattivo di tutti i tesserati nell’attuazione delle misure, procedure e politiche di Safeguarding.
Art. 4) Fattispecie di abuso, violenza e discriminazione
Il MOG prevede misure e procedure di prevenzione e contrasto verso ogni condotta di abuso, violenza o discriminazione, comunque consumata, in ogni forma e/o modalità, di persona o tramite modalità informatiche, sul web e attraverso messaggi, e-mail, social network, blog, programmazione di sistemi di intelligenza artificiale e altre tecnologie informatiche. Costituiscono fattispecie di abuso, violenza e discriminazione:
Abuso psicologico
Qualunque atto indesiderato, tra cui la mancanza di rispetto, il confinamento, la sopraffazione, l’isolamento o qualsiasi trattamento che possa incidere sul senso di identità, dignità e autostima, ovvero tale da intimidire, turbare o alterare la serenità dell’atleta, anche se perpetrato attraverso l’utilizzo di strumenti digitali
Abuso fisico
Qualunque condotta consumata o tentata (tra cui botte, pugni, percosse, soffocamento, schiaffi, calci o lancio di oggetti), che sia in grado di procurare direttamente o indirettamente un danno alla salute, un trauma, lesioni fisiche o che danneggi lo sviluppo psicofisico dell’atleta, tanto da compromettergli una sana e serena crescita. Tali atti possono anche consistere nell’indurre l’atleta a svolgere (al fine di una migliore performance sportiva) un’attività fisica inappropriata come il somministrare carichi di allenamento inadeguati in base all’età, genere, struttura e capacità fisica oppure forzare ad allenarsi atleti infortunati o comunque in precarie condizioni fisiche, nonché nell’uso improprio, eccessivo, illecito o arbitrario di strumenti sportivi. In quest’ambito rientrano anche quei comportamenti che favoriscono il consumo di sostanze vietate da norme vigenti o le pratiche di doping.
Molestia sessuale
Qualunque atto o comportamento indesiderato e non gradito di natura sessuale, verbale o fisico, che comporti un grave disagio o disturbo. Tali atti o comportamenti possono anche consistere nell’assumere un linguaggio del corpo inappropriato, nel rivolgere osservazioni o allusioni sessualmente esplicite, nonché richieste indesiderate o non gradite aventi connotazione sessuale, ovvero telefonate, messaggi, lettere od ogni altra forma di comunicazione a contenuto sessuale, anche con effetto intimidatorio, degradante o umiliante.
Abuso sessuale
Qualsiasi comportamento o condotta avente connotazione sessuale, con o senza contatto, non desiderata, o il cui consenso è costretto, manipolato, non dato o negato. Può consistere anche nel costringere un atleta a porre in essere condotte sessuali inappropriate o indesiderate o nell’osservare un atleta in condizioni e contesti non appropriati.
Negligenza
Il mancato intervento di un dirigente, tecnico o qualsiasi tesserato che, venuto a conoscenza di un evento di abuso, violenza o discriminazione, ometta di intervenire causando un danno, permettendo che venga causato un danno o creando un pericolo imminente di danno ad un atleta. Può consistere anche nel persistente e sistematico disinteresse ovvero nella trascuratezza dei bisogni fisici e/o psicologici di un atleta.
Incuria
La mancata soddisfazione delle necessità fondamentali dell’atleta a livello fisico, medico, educativo ed emotivo.
Abuso di matrice religiosa
L’impedimento, il condizionamento o la limitazione del diritto di un atleta di professare liberamente la propria fede religiosa e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
Bullismo e cyberbullismo
Qualsiasi comportamento offensivo e/o aggressivo messo in atto, personalmente, attraverso i social network o altri strumenti di comunicazione, sia in maniera isolata, sia ripetutamente, ai danni di uno o più atleti con lo scopo di esercitare un potere. Possono anche consistere in comportamenti di prevaricazione e sopraffazione ripetuti e atti ad intimidire o turbare un atleta e che determinano una condizione di disagio, insicurezza, paura, esclusione o isolamento (tra cui umiliazioni, critiche riguardanti l’aspetto fisico, minacce verbali, anche in relazione alla performance sportiva, diffusione di notizie infondate, minacce di ripercussioni fisiche o di danneggiamento di oggetti posseduti dalla vittima).
Comportamenti discriminatori
Qualsiasi comportamento finalizzato a conseguire un effetto discriminatorio basato su etnia, colore, caratteristiche fisiche, genere, status sociale-economico, prestazioni sportive e capacità atletiche, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale.
Art. 5) Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni
L’Associazione nomina un Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni (di seguito, “Responsabile Safeguarding”), con lo scopo di prevenire e contrastare ogni tipo di abuso, violenza e discriminazione nonché per garantire la protezione dell’integrità fisica e morale degli atleti. Il Responsabile Safeguarding viene scelto sulla base della esperienza nel settore, delle competenze comunicative e della capacità di gestione delle situazioni delicate; viene formato e partecipa ai seminari informativi organizzati dalla Federazione Italiana Pallacanestro; prima della nomina, viene acquisito il certificato del casellario giudiziale, che deve risultare negativo. Il Responsabile Safeguarding svolge anche funzioni di vigilanza e di aggiornamento del MOG e funzioni ispettive, dovendo gestire eventuali segnalazioni di condotte rilevanti ai fini delle politiche di Safeguarding. Il Responsabile Safeguarding: sensibilizza i tesserati e tutti coloro che sono coinvolti, a qualsiasi titolo, nell’attività sportiva dell’Associazione, sulle politiche di Safeguarding; definisce e pubblicizza canali di comunicazione chiari per segnalare casi di abuso o maltrattamento e stabilire le procedure per la registrazione e la gestione delle segnalazioni ricevute; laddove richiesto, collabora con le autorità competenti e garantisce sempre la riservatezza delle informazioni riguardanti casi di abuso o maltrattamento; è suo preciso obbligo trattare dati personali e informazioni in modo riservato e nel rispetto della privacy delle persone coinvolte. L’Associazione potrà sospendere o rimuovere il Responsabile Safeguarding in caso di violazione delle disposizioni del MOG e del Codice di Condotta.
Art. 6) Uso degli spazi dell’Associazione
L’accesso ai locali e agli spazi in uso all’Associazione durante gli allenamenti e le sessioni di prova viene sempre garantito a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o ai soggetti cui è affidata la cura degli atleti. Durante le sessioni di allenamento è consentito l’accesso negli spogliatoi esclusivamente agli atleti; ovvero a genitori/accompagnatori, previa autorizzazione di un tecnico o di un dirigente 6 e, comunque, solo per eventuale assistenza agli atleti sotto i 6 anni di età o con disabilità motoria o intellettivo/relazionale. In caso di necessità, fermo restando la tempestiva richiesta di intervento al servizio di soccorso sanitario, l’accesso all’infermeria è consentito al medico sociale o, in caso di manifestazione sportiva, al medico di gara o, in loro assenza, a un tecnico esperto in procedure di primo soccorso. La porta deve rimanere aperta e, se possibile, deve essere presente almeno un altro tesserato.
Art. 7) Trasferte
In caso di trasferte che prevedano un pernottamento, agli atleti dovranno essere riservate camere, eventualmente in condivisione con atleti dello stesso genere, diverse da quelle in cui alloggeranno i tecnici, i dirigenti o altri accompagnatori, salvo nel caso di parentela stretta tra l’atleta e l’accompagnatore. Durante le trasferte di qualsiasi tipo è dovere degli accompagnatori vigilare sugli atleti accompagnati, soprattutto se minorenni, mettendo in atto tutte le azioni necessarie a garantire l’integrità fisica e morale degli stessi ed evitare qualsiasi comportamento rilevante ai fini del Regolamento.
Art. 8) Tutela della privacy
A tutti i tesserati (o agli esercenti la potestà genitoriale in caso di atleti minorenni), all’atto del tesseramento, e comunque ogni qualvolta venga effettuata una raccolta di dati personali, deve essere sottoposta l’informativa sul trattamento dei dati personali ai sensi dell’art. 13 del Regolamento UE 2016/679 (c.d. GDPR). I dati personali raccolti devono essere trattati secondo i principi di liceità sanciti dall’art. 5 del GDPR, per finalità di tesseramento e di adempimento degli obblighi di legge e regolamentari a carico dell’Associazione. Laddove necessario, l’Associazione deve raccogliere il consenso legittimamente prestato dall’atleta ovvero se minorenne, dai genitori esercenti la potestà genitoriale. In particolare, le categorie particolari di dati personali (quali l’origine razziale o etnica, le convinzioni religiose o filosofiche, i dati genetici, i dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all’orientamento sessuale) possono essere trattate solo previo libero ed esplicito consenso del tesserato (c.d. “Interessato”). L’Associazione, fermo restando il preventivo consenso raccolto all’atto del tesseramento, può pubblicare sui propri canali di comunicazione, fotografie ritraenti i tesserati prodotte durante le sessioni di allenamento e gara, ma non è consentita produzione e la pubblicazione di immagini che possono causare situazioni di imbarazzo o pericolo per i tesserati. La documentazione, sia cartacea che digitale, raccolta dall’Associazione contenente dati personali dei tesserati, deve essere custodita garantendo l’inaccessibilità alle persone non autorizzate. In caso di perdita, cancellazione, divulgazione non autorizzata, data breach, ecc. l’Associazione, nella sua qualità di Titolare del trattamento dei dati personali, deve dare tempestiva comunicazione al tesserato; contestualmente deve dare tempestiva comunicazione al Garante per la protezione dei dati personali, se la violazione dei dati personali comporta un rischio per i diritti e le libertà dell’Interessato. Tutte le persone autorizzate al trattamento dei dati personali devono essere adeguatamente formate e vincolate da un obbligo di riservatezza.
Art. 9) Inclusività
L’Associazione garantisce a tutti i propri tesserati e ai tesserati di altre associazioni, pari diritti e opportunità, indipendentemente da etnia, convinzioni personali, disabilità, età, identità di genere, orientamento sessuale, lingua, opinione politica, religione, condizione patrimoniale, di nascita, fisica, intellettiva, relazionale o sportiva. L’Associazione si impegna, anche tramite accordi, convenzioni e collaborazioni con altre associazioni, a garantire il diritto allo sport agli atleti con disabilità fisica o intellettivorelazionale, integrandoli, anche se tesserati di altre associazioni, nel gruppo dei loro coetanei. L’Associazione si impegna a garantire il diritto allo sport anche agli atleti svantaggiati dal punto di vista economico o familiare, favorendo la loro partecipazione alle attività dell’Associazione, anche mediante sconti delle quote di tesseramento o convenzioni. In ogni caso, deve essere prestata la massima attenzione a non ledere la dignità degli atleti e dei loro genitori e a mantenere la massima riservatezza sui loro dati personali.
Art. 10) Contrasto dei comportamenti lesivi e gestione delle segnalazioni
I comportamenti lesivi, anche presunti, commessi da parte di tesserati nei confronti di altri tesserati, soprattutto se atleti minorenni, devono essere tempestivamente segnalati al Responsabile Safeguarding tramite comunicazione verbale o scritta all’indirizzo e-mail _____. Le credenziali di accesso a tale indirizzo e-mail sono in possesso esclusivamente del Responsabile Safeguarding.
In caso di gravi comportamenti lesivi il Responsabile Safeguarding deve notificare i fatti di cui è venuto a conoscenza alle Forze dell’Ordine. L’Associazione garantisce l’adozione di apposite misure che prevengono qualsivoglia forma di ritorsione nei confronti dei tesserati che abbiano: presentato una denuncia o una segnalazione; manifestato l’intenzione di presentare una denuncia o una segnalazione; assistito o sostenuto un altro tesserato nel presentare una denuncia o una segnalazione; reso testimonianza o audizione in procedimenti in materia di abusi, violenze o discriminazioni; intrapreso qualsiasi altra azione o iniziativa relativa o inerente alle politiche di Safeguarding. L’Associazione acquisisce il certificato del casellario giudiziale (c.d. certificato antipedofilia) e un’autodichiarazione da parte di tutti i soggetti dello staff a contatto con gli atleti circa l’assenza di precedenti penali e carichi pendenti. L’Associazione adotta: adeguati protocolli al fine di assicurare che i medici sportivi e gli operatori sanitari che riscontrino segni di lesioni, violenze o abusi informino senza indugio, il Responsabile Safeguarding; adeguati protocolli che consentano l’assistenza psicologica o psico-terapeutica ai tesserati; adeguate misure per la sensibilizzazione sulla prevenzione dei disturbi alimentari negli sportivi, con il supporto delle necessarie competenze specialistiche.
Art. 11) Sistema disciplinare e meccanismi sanzionatori
A titolo esemplificativo e non esaustivo, i comportamenti sanzionabili possono essere ricondotti a: mancata attuazione colposa delle misure indicate nel MOG e nel Codice di Condotta; violazione dolosa delle misure indicate nel MOG e nel Codice di Condotta; violazione delle misure poste a tutela del segnalante; effettuazione con dolo o colpa grave di segnalazioni che si rivelano infondate; violazione degli obblighi di informazione nei confronti dell’Associazione; violazione delle disposizioni concernenti le attività di informazione, formazione e diffusione delle politiche di Safeguarding;
atti di ritorsione o discriminatori, diretti o indiretti, nei confronti del segnalante per motivi collegati, direttamente o indirettamente, alla segnalazione. Le sanzioni comminabili sono diversificate: in ragione della natura del rapporto giuridico intercorrente tra l’autore della violazione e l’Associazione, del rilievo e della gravità della violazione commessa e del ruolo dell’autore; in ragione del grado di imprudenza, imperizia, negligenza, colpa o dell’intenzionalità del comportamento relativo all’azione/omissione, tenuto altresì conto dell’eventuale recidiva, della posizione funzionale, del pericolo creato, dell’entità dell’eventuale danno, della presenza di circostanze aggravanti o attenuanti, dell’eventuale concorso di responsabilità con altri soggetti e di tutte le altre circostanze che possono aver caratterizzato il fatto. Il sistema disciplinare e sanzionatorio deve essere portato a conoscenza di tutti i tesserati attraverso i mezzi ritenuti più idonei dall’Associazione.
Art. 12) Sanzioni nei confronti dei tesserati retribuiti
I comportamenti tenuti dai tesserati retribuiti in violazione delle disposizioni del MOG e nel Codice di Condotta costituiscono illeciti disciplinari. Nei confronti dei tesserati retribuiti, possono essere comminate le seguenti sanzioni, che devono essere commisurate alla natura e gravità della violazione commessa: richiamo verbale per mancanze lievi; ammonizione scritta nei casi di recidiva; multa in misura non eccedente l’importo di 5 ore di retribuzione; sospensione dalla retribuzione e dall’attività per un massimo di giorni 15; risoluzione del contratto ed espulsione dall’Associazione. È sottoposto al provvedimento disciplinare: del richiamo verbale per le mancanze lievi il tesserato che violi, per mera negligenza, le prescrizioni del MOG e nel Codice di Condotta; dell’ammonizione scritta il tesserato che risulti recidivo, durante il biennio, nella commissione di infrazioni per le quali è applicabile il richiamo verbale e/o violi, per mera negligenza, le prescrizioni del MOG e nel Codice di Condotta; della multa non eccedente l’importo di 5 ore della normale retribuzione il tesserato che risulti recidivo, durante il biennio, nella commissione di infrazioni per le quali è applicabile l’ammonizione scritta; oppure che, per il livello di responsabilità gerarchico o tecnico, o in presenza di circostanze aggravanti, leda l’efficacia del MOG e nel Codice di Condotta con comportamenti quali: l’inosservanza dell’obbligo di informativa al Responsabile Safeguarding; l’effettuazione, con colpa grave, di false o infondate segnalazioni; la violazione delle misure adottate dall’Associazione volte a garantire la tutela dell’identità del segnalante; la reiterata inosservanza delle prescrizioni indicate nel MOG e nel Codice di Condotta, nell’ipotesi in cui riguardino un rapporto in cui è parte la Pubblica Amministrazione (ivi comprese le Autorità Sportive); della sospensione dalla retribuzione e dal servizio per un massimo di 15 giorni il tesserato che risulti recidivo, durante il biennio, nella commissione di infrazioni per le quali è applicabile la multa non eccedente l’importo di 5 ore della normale retribuzione e/o effettui, con dolo, false o infondate segnalazioni e/o violi le misure adottate dall’Associazione volte a garantire la tutela dell’identità del segnalante così da generare atteggiamenti ritorsivi o qualsiasi altra forma di discriminazione o penalizzazione nei confronti del segnalante; della risoluzione del contratto senza preavviso il tesserato che eluda fraudolentemente le prescrizioni del MOG e nel Codice di Condotta attraverso un comportamento inequivocabilmente diretto alla commissione di un reato e/o violi il sistema di controllo interno attraverso la sottrazione, la distruzione o l’alterazione di documentazione ovvero impedendo il controllo o l’accesso alle informazioni e alla documentazione al Responsabile Safeguarding.
Art. 13) Sanzioni nei confronti dei volontari
Nei confronti dei volontari dell’Associazione, possono essere comminate le seguenti sanzioni, che devono essere commisurate alla natura e gravità della violazione commessa: richiamo verbale per mancanze lievi; ammonizione scritta nei casi di recidiva; allontanamento dalle strutture di allenamento e gara per un periodo non superiore a 15 giorni; allontanamento dalle strutture di allenamento e gara per un periodo non superiore a 1 anno; rescissione del rapporto di volontariato ed espulsione dall’Associazione.
Art. 14) Obblighi informativi e altre misure
L’Associazione pubblica il MOG e il nominativo del Responsabile Safeguarding presso la propria sede e le strutture che ha in uso, nonché sulla homepage del sito istituzionale. Al momento dell’adozione del MOG e in occasione di ogni sua modifica, l’Associazione ne dà comunicazione a tutti i propri tesserati. L’Associazione comunica ai tesserati, o a coloro esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la cura degli atleti minorenni idonee informative finalizzate alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di abuso, violenza e discriminazione, indicando le specifiche misure adottate a tal fine. L’Associazione prevede adeguate misure per la diffusione e l’accesso a materiali informativi finalizzati alla sensibilizzazione e alla prevenzione dei disturbi alimentari negli sportivi.
Art. 15) Segnalazioni esterne
Al fine di favorire le segnalazioni di situazioni, anche potenziali, di possibile pregiudizio, pericolo, timore o disagio in ordine alla violazione dei tesserati, la Federazione Italiana Pallacanestro si è dotata di una piattaforma informatica dedicata, accessibile attraverso il link pubblicato sul sito web istituzionale, seguendo la procedura informatica ivi indicata. I canali utilizzati dalla FIP sono dotati di sistemi di crittografia tali da garantire la riservatezza dell’identità del segnalante, del segnalato, nonché del contenuto della segnalazione e della eventuale relativa documentazione. L’identità del segnalante viene protetta in ogni contesto successivo alla segnalazione e non può essere rivelata senza il suo espresso consenso. Nei confronti del segnalante la FIP non consente né tollera alcun atto discriminatorio o ritorsivo, diretto o indiretto, per motivi direttamente o indirettamente collegati alla segnalazione effettuata. La tutela della riservatezza e dalle ritorsioni si estende anche a coloro che hanno assistito o sostenuto il segnalante nel presentare una segnalazione o hanno reso testimonianza o audizione in procedimenti in materia di abusi, violenze o discriminazioni.